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Derattizzazione Chimica 5/5 (1)

derattizzazione chimica
derattizzazione chimica

Per tecniche di derattizzazione chimica si intende il ricorso a prodotti rodenticidi chimici letali per i roditori. Si tratta di veleno che viene somministrato attraverso delle esche.

Il veleno per topi come agisce?

Il veleno per roditori utilizzato agisce sempre in modo rapido ed efficace, tuttavia è necessario che a stabilire quale tipologia di veleno usare o in che quantità e modalità distribuirlo sia un nostro esperto in tecniche di derattizzazione chimica. Sono frequenti episodi di errata somministrazione, dovuti alla distrazione o alla poca professionalità, in cui a rimetterci sono altri animali domestici o addirittura bambini.

Un nostro esperto valuterà che tipo di prodotto rodenticida usare o se usarne due differenti tipi contemporaneamente, ma solo dopo aver studiato caso per caso la situazione. Potrebbero subentrare varianti come clima, ambiente, specie di infestanti o grado dell’infestazione, che renderebbero nulla una derattizzazione di tipo chimico.

Esistono tre diversi tipi di rodenticidi: i rodenticidi acuti, i rodenticidi sub-acuti e i rodenticidi cronici. Oggi alcuni di essi sono banditi ovunque, la normativa comunitaria in materia di biocidi è molto severa e molte sostanze sono state escluse dalla commercializzazione nell’Unione Europea. Per questo nelle derattizzazioni consigliamo il ricorso a tecniche ecologiche che utilizzano sostanze naturali che si limitano ad alterare il processo digestivo dei muridi. Si tratta di miscele ricche di cellulosa che inducono lo sviluppo di batteri patogeni nell’intestino provocando la morte per intossicazione entro 5-10 giorni.

Comunque, sotto forma di approfondimento vi proponiamo a grandi linee su quali principi si basano i prodotti rodenticidi.


Rodenticidi

esca rodenticida
come eliminare i topi con                     veleno

I RODENTICIDI ACUTI sono dei veleni in grado di condurre alla morte l’individuo intossicato in meno di 24 ore. Anche se all’interno di questo raggruppamento sono racchiuse diverse sostanze con meccanismi d’azione diversi, il principio generale di questi veleni è di provocare la morte del roditore nel giro di poche ore.

Il vantaggio dei rodenticidi acuti è la rapidità d’azione, il roditore in breve tempo dall’assunzione del veleno cesserà di nutrirsi e di contaminare l’ambiente. Tuttavia questo metodo ha anche degli inconvenienti. Queste sostanze non hanno quasi mai degli antidoti efficaci, quindi in caso di ingestione accidentale da parte di un animale domestico o di un bambino, il prodotto provocherà la morte rapida anche in questi soggetti.

Un altro svantaggio dal punto di vista dell’efficacia sui roditori è che possono creare una forte diffidenza verso l’esca. La rapida reazione verrà subito associata all’ingestione del boccone cosi che il roditore, in caso di piccole quantità non letali, si guarderà bene dal riavvicinarsi all’esca in futuro. Anche altri esemplari potrebbero essere diffidenti a causa della morte dei loro compagni. Problemi di diffidenza o neofobia possono comunque essere risolti con tecniche di pre-adescamento. Noi di disinfestazioni.co siamo esperti in ogni tecnica di pre-adescamento (a volte, ad esempio, è previsto l’avvicinamento delle prede all’esca con frammenti di cibo senza alcuna traccia di veleno per topi).

Tra i rodenticidi acuti troviamo:

  • il fosfuro di zinco: forse il veleno per topi più largamente usato in tutto il mondo. L’azione tossica si attiva sprigionando fosfina a contatto con i liquidi e l’ambiente acido dello stomaco. A seconda della dose ingerita provoca la morte ance in pochi minuti. Non si conosce un antidoto contro questo rodenticida. Il fosfuro di zinco non si accumula nei muscoli o in altri organi, ma rimane nell’intestino. Tuttavia data l’incapacità di vomitare di tutti i roditori, svolge senza margine d’errore la sua funzione letale nei confronti di quest’ultimi. L’inalazioni delle polveri di fosfuro di zinco sono estremamente pericolose.
  • l’alfacloralosio: è un narcotico scoperto negli anni ’60. Il suo principio d’azione agisce sul sistema nervoso della preda, provocando rallentamenti al metabolismo, inclusa la respirazione, l’attività celebrale, e il battito cardiaco. Il roditore muore per ipotermia. Siccome l’azione dell’alfacloralosio è direttamente proporzionale al peso corporeo di chi lo ingerisce, la morte è più veloce e sicura in piccoli roditori e in altri animali come gli uccellini. Inoltre l’efficacia di questo rodenticida è maggiore con temperature fredde (al di sotto dei 16°), per questo se un’animale non bersaglio dovesse ingerire dell’alfacloralosio si dovrebbe immediatamente riscaldarlo il più possibile.
  • il norbormide: questo veleno è poco appetibile ed è efficace soprattutto sui ratti. Il suo principio attivo agisce sull’apparato circolatorio causando lo sbiancamento degli arti in pochi minuti. Questo rodenticida non rappresenta un serio pericolo per altri animali e nemmeno per l’uomo, viene specialmente usato nella lotta al Ratto delle chiaviche e al Ratto dei tetti.
  • l’alfacloridrina: è un veleno acuto che a seconda delle specie e della dose può diventare uno sterilizzante. Ad esempio è stato provato che può indurre la sterilità nel ratto delle chiaviche e nel Ratto nero. Il rodenticida provoca la morte in modo rapido ma risulta poco appetibile per i roditori.
  • l’ANTU (Alpha-naphthyl-thiourea): è un veleno per roditori studiato intorno agli anni ’40 che causa problemi polmonari fino a provocare un endema polmonare. Il veleno aumenta la permeabilità dei capillari dei polmoni, rivelandosi molto pericoloso anche in altri animali non bersaglio. L’intossicazione, a stomaco vuoto, si può evitare rigurgitando il prodotto. Il rodenticida può rivelarsi cancerogeno nei confronti dell’uomo.
  • la Scilla Rossa: è un estratto vegetale derivato dal bulbo della famiglia delle Liliacee (una pianta mediterranea). L’azione di questo vegetale è letale per i roditori e per altri animali non bersaglio: agisce sul cuore, provocando convulsioni e una paralisi completa.

RODENTICIDI SUB-ACUTI presentano caratteristiche intermedie tra gli acuti e i cronici. Questi veleni anche se assunti in grandi dosi provocano la morte dei roditori nell’arco di alcuni giorni. Caratteristica peculiare di questo tipo di prodotti è scaturire un processo di anoressia nell’individuo contaminato. Il topo dopo aver mangiato parte o l’intera esca entrerà in uno stato di completo rifiuto di ogni forma di genere alimentare. Cesserà cosi immediatamente il deperimento delle nostre derrate alimentari ma, in caso la dose ingerita non fosse sufficiente per causarne la morte, cesserà anche il consumo dell’esca cosi da rendere l’azione inefficiente.

Tra i rodenticidi sub-acuti troviamo:

  • Brometalina: questo composto è particolarmente tossico per ratti e topi, ma anche per altre specie di animali non bersaglio, soprattutto cani e gatti. Il suo principio di tossicità attacca il sistema nervoso centrale, inibendone la fosforilazione delle cellule. Prima del blocco totale della respirazione si preavvertono diversi sintomi, come: tremori, paralisi degli arti posteriori e convulsioni. La morte del roditore avviene generalmente dopo un paio di giorni dall’ingestione.
  • Ergocalciferolo (Vitamina D2) e Colecalciferolo (Vitamina D3): entrambi i principi attivi di queste molecole provocano elevati e prolungati livelli di sofferenza ai roditori, la morte sopraggiunge tra i 4 e i 7 giorni dopo l’ingestione. Queste due vitamine liposolubili, presenti naturalmente sotto l’epidermide di alcuni animali, una volta assunte in larga dose innescano un meccanismo di spropositato assorbimento di calcio da parte dell’intestino. La sovrabbondanza di calcio va posizionarsi nel sistema cardiovascolare, nel sistema polmonare e nei reni, calcificando i tessuti e provocando la morte.

Infine ci sono i RODENTICIDI CRONICI divisi in due grandi gruppi di prodotti: quelli derivati dalle idrossicumarine e quelli derivati dall’indanedione. Tuttavia tutte le sostanze di entrambe le categorie si basano sullo stesso principio: impedire la coagulazione del sangue. Questi prodotti, detti anche anticoagulanti, interferiscono sulla produzione dell’enzima epossido-reduttasi, indispensabile per l’attivazione della vitamina K, elemento a sua volta essenziale per la coagulazione del sangue. L’intero meccanismo avviene nel fegato. Inizialmente la coagulazione è rallentata, basandosi esclusivamente sulla vitamina K che si assimila nell’alimentazione, successivamente il processo si arresta del tutto.

Le prime conseguenze sono rappresentate da emorragie interne nella cavità toracica, nei tessuti sottocutanei, nello stomaco e nei polmoni. Segni visibili esterni: perdite di sangue introno a naso, bocca e occhi, stanchezza fisica e cronica, mancanza di riflessi, ossa curve etc. Dal momento dell’ingestione dell’esca passano circa 1-5 giorni prima del manifestarsi dei sintomi, dai 2 ai 10 giorni fino a che il roditore arriva alla morte.

 

Noi di disinfestazioni.co assicuriamo un alto livello di sicurezza, durante una derattizzazione chimica, salvaguardando la salute di tutti gli esseri coinvolti e scegliendo il meglio tra veleno per roditori e veleno per pantegane. Richiedici un preventivo gratuito per una derattizzazione.

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